quarta-feira, 31 de outubro de 2018
A Bíblia, as fake news, e o discernimento
O discernimento é um conceito caro aos jesuítas que amiúde surge nas intervenções do Papa Francisco. A propósito do tema das "fake news", a revista Civiltà Cattolica dedica um artigo na sua edição mais recente, cujo resumo transcrevo. Afinal, também face às "fake news" se exige uma atitude pautada pelo discernimento, mas isso é algo que apenas a cada um de nós pertence. Vejamos: La Rete offre la possibilità di accedere a una mole di informazioni impensabile fino a qualche decennio fa. Un utente può trovarsi disorientato davanti a una simile quantità di notizie e di dati che corrispondono a molteplici punti di vista, ciascuno dei quali vuole imporsi come verità. In questo marasma, la notizia che fa più rumore e le opinioni che hanno più consenso e più like sono date per vere. In un tale ginepraio, come è possibile discernere in modo autentico il vero dal falso ed evitare la manipolazione della coscienza?
Il Pontefice ha dedicato al fenomeno delle «false notizie» (le cosiddette fake news) il suo Messaggio per la 52a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Non si tratta di un fenomeno recente: persino il racconto biblico mette in guardia dal grande pericolo rappresentato da verità distorte e da informazioni false e contraffatte.
La Scrittura e il modello di narrazione biblica istruiscono il lettore su come soppesare i differenti punti di vista e il loro grado di affidabilità, discernendo le parole che danno vita dalle menzogne che conducono alla morte. Chi legge con attenzione è in grado di riconoscere nel racconto il gioco dei punti di vista contrapposti, affidandosi a un narratore – onnisciente e attendibile – e alla voce e alla promessa di Dio.
Emblematiche le narrazioni di Genesi 2-3 e di Numeri 13-14. Nel Genesi, il serpente costruisce l’immagine falsa di un Dio despota e arbitrario, nemico dell’uomo e della donna, instillando il dubbio e il sospetto sulla bontà della sua parola e dei suoi doni. In Numeri, il popolo di Israele, giunto alle soglie della terra promessa da Dio, si fa influenzare dalle parole e dalla paura trasmessa dagli esploratori, dà credibilità alle loro menzogne e si arresta e, anzi, vuol tornare indietro. Il parere della maggioranza dei capi e dei principi prevale sulla voce isolata di Caleb e sulla stessa promessa di Dio. La menzogna conduce alla paura, e la paura porta sulla soglia della violenza, finché l’intervento di Dio pone un argine alla follia del popolo. Così l’ingresso in Canaan sarà rinviato alla generazione successiva.
Si può dire che un discorso, quanto più è persuasivo e convincente, tanto più è degno di fede? La parola più forte e altisonante è anche quella più affidabile? Un’opinione sostenuta dalla maggioranza è automaticamente vera? I racconti di Genesi e Numeri mostrano come la distorsione della verità ponga al lettore un problema di discernimento: con quale parola stringere alleanza? Quale parola è vera e conduce alla vita?
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